Nato a Cagliari il 3 gennaio 1873 da famiglia nobile e agiata, con il progredire degli studi, cominciò ad interessarsi dei problemi sociali schierandosi sempre a favore degli umili e degli oppressi. Iscrittosi al Partito Socialista, ne divenne ben presto uno dei maggiori animatori.
Laureatosi in Giurisprudenza all’università di Catania, fu uno dei più noti avvocati del Foro cagliaritano, oratore suggestivo, propagandista instancabile. Presidente della Sezione socialista cagliaritana, assunse la direzione del giornale socialista “La Lega” e divenne corrispondente da Cagliari dell’“Avanti!”.
Durante il suo esilio in Svizzera gli fu assegnata la cattedra di Scienze naturali all’Istituto Internazionale Berchait di Lugano. Nelle sue lunghe peregrinazioni in Francia e Svizzera, proseguì la sua tenace opera di rivoluzionario a fianco dei partiti operai di quei paesi per cui venne braccato anche da quelle polizie.
A seguito dell’amnistia per i reati politici ritornò a Cagliari che gli tributò un’imponente manifestazione di giubilo in via Roma. Nel 1906, durante i tumulti di maggio da lui organizzati e diretti, venne nuovamente arrestato e condannato a quattordici mesi di carcere preventivo che scontò nel carcere di Boncammino, definito la “tomba dei vivi”. Nel 1914 si battè con energia contro gli interventisti per scongiurare l’ingresso dell’Italia nella disastrosa prima guerra mondiale. Alcuni anni più tardi è protagonista con successo in Puglia, come segretario della Federazione del Lavoro di Bitonto, dell’aspra lotta elettorale a fianco di Gaetano Salvemini contro il partito dei “Mazzieri”. Fu protagonista, insieme a Giuseppe Di Vittorio, anche della lotta conclusasi con la piena vittoria degli edili a Bari. Cancellato dall’Albo degli avvocati, Orano si vide preclusa ogni possibilità di lavoro, ma si sottrasse ad ogni tentativo di sottomissione al regime fascista. Il 15 giugno 1937 venne nuovamente arrestato e tradotto nel carcere di Regina Coeli e quindi relegato all’isola di Ponza mentre il figlio quattordicenne venne rinchiuso nel Centro di Rieducazione dei Minorenni di via dei Sabelli a Roma.
Dall’isola di Ponza venne trasferito, 18 mesi dopo, al confino di polizia di Rossano Calabro dove morì l’8 agosto 1940. Ha lasciato numerose pubblicazioni di carattere scientifico, letterario, filosofico e politico nonché una raccolta di poesie molto apprezzate. Il grande poeta sardo Sebastiano Satta nei suoi Canti barbaricini gli ha dedicato una delle sue più belle odi.