Arsoli è l’ultimo comune della Provincia di Roma lungo la via Tiburtina-Valeria, al km 59,500. Il paese si adagia sui fianchi del Colle Belmonte, in una posizione dominante sulla Valle del Fosso Bagnatore, profonda incisione tra i Monti Sabini e i Simbruini.
L’abitato, attraversato da antichi tracciati, tra cui, soprattutto, la via Valeria, di cui rimangono notevoli tracce, è caratterizzato da un nucleo medievale, dominato dal Castello Massimo. Fu feudo dei benedettini di Subiaco e, dal XIII secolo, proprietà della famiglia Passamonti che lo cedette agli Zambeccari nel 1536. Nel 1574 il feudo fu acquistato dai Massimo che concessero al paese un nuovo statuto, migliorando le condizioni dell’abitato, restaurando il castello, le chiese, e provvedendo alla costruzione, nel 1591, dell’acquedotto di Fonte Petricca e della Fontana di piazza Valeria.
Il castello, ancora oggi di proprietà della famiglia Massimo, fu costruito alla fine del X secolo e ampliato nel XVI secolo con il concorso del Vignola e di Giacomo Della Porta. L’aspetto attuale è dovuto alla sistemazione compiuta nel 1874 da Camillo Massimo. Il complesso si articola su tre livelli di cui il secondo costituisce il piano nobile con saloni affrescati dai fratelli Zuccari (1557) e da Marco Benefial (1749). Interessante è la cappella con protiro gotico e decorazioni cosmatesche. Presso il castello è la villa con giardino all’italiana e ampio parco nel quale è la cappella S. Maria di Belmonte, tomba di famiglia dei Massimo, e una statua della Dea Roma, rinvenuta durante gli scavi delle Terme di Costantino sul Quirinale. Sotto il castello è la parrocchiale del Santissimo Salvatore, ristrutturata dopo il 1574 da Giacomo della Porta.