Federigo Verdinois giornalista, scrittore e traduttore, è nato a Caserta il 2 luglio 1844, e deceduto l’11 aprile 1927 a Napoli. Iniziò la sua carriera come bibliotecario, per poi diventare giornalista. Fu direttore del “Giornale di Napoli” poi collaboratore del “Fanfulla” con lo pseudonimo di “Picche”, infine diresse la terza pagina del “Corriere del mattino”
La sua maggiore notorietà è legata alla traduzione di circa 350 opere da diverse lingue, fra le quali, oltre l’inglese e il russo, il francese, il tedesco, il polacco e il norvegese. Fece conoscere in Italia, in buone traduzioni, i grandi scrittori russi dell’Ottocento, da Gogol a Gor’kij, da Puškin a Tolstoi, a Dostoevskij a Turghenieff. Conoscitore anche del polacco, fu il primo traduttore italiano del Quo vadis di Sienkievicz.
Come narratore compose arguti e coloriti racconti di vita napoletana, di ambiente piccolo-borghese, tra i quali Amore sbandato – Nebbie germaniche (1872), Racconti (1878), Principia e altre novelle (1885), Racconti inverisimili (1886), Nuove novelle (1887), Quel che accadde a Nannina (1887), La visione di Picche (1887).
Scrisse anche pittoresche e acute rievocazioni di ambienti e figure del mondo giornalistico e letterario di Napoli: Profili letterari (1882) tra cui il garbato autoritratto intitolato Il sottoscritto e Ricordi giornalistici (1920).
Benedetto Croce ne mise in luce le pregevoli qualità di scrittore di racconti e ne rievocò la personalità dicendo fra l’altro: «Era uno degli uomini più scrupolosamente onesti che sia dato immaginare; bibliotecario di una biblioteca provinciale,[…] si recò a presentare le sue dimissioni perché a quella biblioteca non venivano lettori e a lui sapeva male di ricevere uno stipendio senza giustificazione.».
Civico 54 scuola per l’infanzia Andrea Santoro
Civico 54 scuola primaria Andrea Santoro