Uomo politico, partigiano e scrittore, Giorgio Amendola,
è nato a Roma il 21 novembre 1907 ed è deceduto il 5 giugno 1980.
Figlio dell’uomo politico liberale, Giovanni partecipa con il padre all'attività antifascista. Dopo una travagliata crisi di coscienza, lascia il movimento liberale e si avvicina al PCI a cui si iscrive nel 1929. Arrestato nel 1932, viene condannato dal Tribunale speciale e confinato per 5 anni nell’isola di Ponza. Dopo cinque anni di confino nel 1937 riesce a fuggire in Francia, dove dirige le edizioni comuniste.
Rientrato in Italia nel 1943, partecipa al Comitato di Liberazione Nazionale di Roma e capeggia l‘insurrezione di Torino nell’aprile del 1945. Nel giugno 1945 diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Parri e nel primo governo De Gasperi. Nel 1946 viene eletto deputato all'Assemblea costituente membro della direzione e della segreteria del PCI, nel 1954 ne diventa responsabile dell’organizzazione. Eletto al Parlamento europeo si impegna nella politica berlingueriana dell'eurocomunismo.
È autore di numerosi libri tra i quali: Lettere a Milano. Ricordi e documenti, 1939-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973, Intervista sull'antifascismo, Bari, Laterza, 1976, Una scelta di vita, Milano, Rizzoli, 1976, Un'isola, Milano, Rizzoli, 1980.